26 marzo 2021 - Articolo

La logistica: un "canale" essenziale

Ciò che sta accadendo in queste ore nel Canale di Suez bloccato è un monito per ricordare il valore della logistica.

La portacontainer Ever Given si è incagliata, martedì mattina, in un banco di sabbia, bloccando il passaggio che congiunge il Mediterraneo e il mar Rosso. Si tratta di una delle vie marittime più percorse dell'area mediterranea, e non solo. Al momento risultano in attesa circa 185 navi, 300 se si considerano quelle già prenotate.

Le due sponde del canale, larghe circa 400 metri, sono occupate dalla portacontainer che si è girata e incagliata a causa dei venti sabbiosi molto forti (più di 80 Km all'ora). §Per risolvere la situazione, dicono gli esperti, ci vorranno giorni se non settimane.

La domanda di merci, spesso essenziali, viene soddisfatta solo quando c'è una distribuzione efficiente attraverso canali e distributori veloci e affidabili. 

Mi fa piacere riprendere una illuminante espressione del professor Ennio Cascetta, ordinario di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto dell'Università Federico II di Napoli: "la logistica: è quella cosa che ci ogni giorno a cinque giorni di distanza dalla carestia ".


Una battuta utile a capire quanto i tempi della logistica siano stretti, senza pause. Quando si blocca una via di distribuzione strategica si crea una lunga catena di conseguenze che tocca le strutture portuali e l'intero indotto dell'industria e del commercio con i centri di distribuzione alimentare e tantissimi altri settori vitali per l'economia.
 
Il problema derivante dal blocco non è solo economico, anche se le cifre parlano chiaro: per i Lloyd’s, citati da Bloomberg, il blocco del canale ferma quotidianamente 9,6 miliardi di dollari di merce.

Un intero sistema in crisi per un episodio inaudito di stallo della supply chain, proprio nei giorni in cui, in conseguenza della pandemia, il settore della logistica, comprese le aziende che gestiscono la distribuzione finale hanno visto crescere i propri traffici. Oggi più che mai è evidente a tutti la centralità assoluta della catena di approvvigionamento per la vita delle persone. Farmaci, cibo, ricambi e beni essenziali la cui produzione dipende anche dall'arrivo delle materie prime.

Quanto sta accadendo nel Canale di Suez dimostra in maniera clamorosa l'entità degli impatti negativi che i colli di bottiglia determinano fino al tratto finale della catena di distribuzione, attraverso cui sosteniamo lo sviluppo del territorio e del tessuto produttivo cittadino: agroalimentare, artigianato, quella piccola e media impresa che utilizza sempre più il canale e-commerce.

Ancora una volta, appare chiaro che una logistica efficace, efficiente, persino responsabile, è la precondizione per un autentico sviluppo: del Mezzogiorno, del Mare Nostrum, del mondo intero. 

Qui il post su Linkedin 

Condividi su